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L'Universo elettrico

L'UNIVERSO ELETTRICO
Basato su osservazioni ed esperimenti, il modello dell'Universo Elettrico unifica le forze nucleari, il magnetismo e la gravità come manifestazioni di una forza elettrostatica quasi istantanea. Ne deriva una nuova visione del cosmo e della nostra collocazione al suo interno.

Nexus n° 55 pag. 65

di Wallace Thornhill - 2004
Email: info@holoscience.com
Sito web: http://wvvw.holoscience.com

SUNTO
La cosa più pietosa al mondo...è l'incapacità della mente umana di mettere in relazione tutti i suoi contenuti. Le scienze, ciascuna delle quali tende nella propria direzione, sinora ci hanno danneggiato in misura esigua; un giorno, però, la riunifi-cazione delle conoscenze frammentate ci aprirà visioni della realtà talmente terrificanti...che la rivelazione ci renderà folli oppure fuggiremo dalla fetale conoscenza per rifugiarci nella pace e nella sicurezza di una nuova era oscura.
H. P. Lovecraft

Prefazione
In un'indagine ampiamente interdisciplinare come quella qui preposta la stessa comunicazione può costituire una sfida. Le massime difficoltà di comunicazione intervengono tipicamente quando si mette in dubbio qualcosa già "noto" per
essere vero. Nell'ambito dei principi fondanti, la fiducia riposta nelle concezioni consolidate può risultare talmente rilevante da far sembrare insensato il dibattito stesso; tale difficoltà è ulteriormente aggravata dalla frammentazione del processo di raccolta e valutazione delle informazioni. Quando i postulati di una disciplina si basano su precedenti ipotesi relative ad un'altra disciplina, la specializzazione dell'indagine intellettuale comporta determinati rischi. Nessuno è in grado di essere un esperto in tutti i campi, e quando si prendono in considerazione possibilità che esulano dalla proprie competenze è del tutto naturale rimettersi alle conoscenze rivendicate dagli specialisti di altri settori. Quali conseguenze comporta questo atteggiamento, allorquando le congetture teoriche, sebbene percepite come dati di fatto, non riescono a spiegare nuove imprescindibili filze di dati? Data l'estrema frammentazione della scienza ortodossa odierna, è difficile
immaginare che, nel suo insieme, essa possa "mettere in relazione tutti i suoi contenuti". Nondimeno, tramite un nuovo approccio, forse ora sono possibili straordinari passi verso quel "giorno" immaginato da Lovecraft — un approccio nel cui contesto i fenomeni elettrici sono oggetto di tutta l'attenzione che meritano e in cui sono inclusi tutti gli appropriati ambiti di riscontro. Ad alcuni le prospettive possono sembrare altrettanto sconcertanti di quanto immaginato da Lovecraft, tuttavia a coloro che cercano istintivamente principi unificanti i nuovi orizzonti appariranno immediatamente straordinari e promettenti. Questa introduzione presenta una nuova "ottica a profondità di campo" attraverso cui osservare l'universo fisico, dalle particelle subatomiche alle immensità galattiche sconosciute prima dell'avvento del telescopio Hubble. L'Universo Elettrico rappresenta una risposta distica alla miopia — la riluttanza a riconoscere l'esistenza di qualcosa, quella ristrettezza di vedute che accompagna congenitamente la frammentazione del sapere e dell'apprendimento; per coloro dotati del coraggio di vedere con chiarezza, il necessario "disimparare" idee alla moda non comporta alcun costo. Il terrore prefigurato da Lovecraft costituisce soltanto il primo palpito di incertezza, quando concezioni date a lungo per scontate vengono messe in discussione da fatti ed elementari ragionamenti precedentemente ignorati. La "riunificazione delle conoscenze frammentate" prevede unicamente che affrontiamo le profonde contraddizioni presenti in ciò che gli esperti da lungo tempo dichiarano di conoscere. A coloro dotati del coraggio di vedere con chiarezza, l'avventura stessa potrebbe rivelarsi davvero "la cosa più pietosa al mondo" e aggiungere nuove visioni dei maggiori drammi della remota storia umana nonché una vitale prospettiva sulla condizione dell'umanità nel cosmo. Lovecraft non comprese che le "terrificanti visoni" non sono altro che un miraggio intravisto attraverso un uscio aperto. La verità è sempre unificata e, in quanto tale, per coloro che la cercano non può essere altro che benevola. Solcando l'uscio non saremo accompagnati dal timore, ma dall'esaltazione della scoperta. - Wal Thornhill / David Talbott

2. Il modello dell'Universo Elettrico
Il modello dell'Universo Elettrico è un coerente "Quadro Generale" della nostra collocazione nell'universo, abbraccia molte discipline ed evidenzia i ricorrenti modelli elettrici che, in ogni scala, consentono agli esperimenti di laboratorio di spiegare gli strani fenomeni energetici rilevati, ad esempio, nello spazio profondo, sul Sole e su io, una delle lune di Giove. L'Universo Elettrico opera a ritroso nel tempo utilizzando osservazioni, piuttosto che in avanti partendo da un qualche idealizzato inizio teorico, e fornisce risposte semplici a problemi attualmente ammantati di misticismo o metafisica alla moda; è maggiormente interdisciplinare e comprensivo di informazioni rispetto a qualsiasi precedente cosmologia e indica possibilità concrete che vanno ben aldilà dei limiti imposti dalla scienza attuale.
Il modello dell'Universo Elettrico è derivato da un esteso approccio interdisciplinare alla scienza, che non è una tecnica insegnata nelle università. L'Universo Elettrico si basa più sull'osservazione e la sperimentazione piuttosto che sulle teorie astratte, e riconosce connessioni fra le varie discipline; questo modello prevede che il requisito fondamentale per comprendere l'universo sia quello di prendere compiutamente in considerazione la fondamentale natura elettrica degli atomi e delle loro interazioni. Stranamente, questo non si dà nella cosmologia convenzionale, dove un più debole magnetismo ed una ancor più debole forza gravitazionale regolano il Cosmo. Tale semplificazione può adattarsi ad una fisica teorica basata sulla neutralità elettrica della materia nei laboratori terrestri, tuttavia non si applica allo spazio, dove domina il plasma. Il plasma è stato definito il "quarto stato" della materia, dopo quello solido, liquido e gassoso. La maggior parte della materia presente nell'universo è in forma di plasma, che si costituisce allorquando alcuni degli elettroni con carica negativa si separano dai rispettivi atomi in un gas, lasciando i suddetti atomi con una carica positiva; gli elettroni con carica negativa e gli atomi con carica positiva (noti come ioni positivi) sono quindi liberi di spostarsi separatemente sotto l'influenza di una tensione
applicata o di un campo magnetico; il loro spostamento netto costituisce una corrente elettrica. Così una delle più importanti proprietà del plasma è quella di poter trasportare la corrente elettrica, formando filamenti di energia che seguono le linee dei campi magnetici; nel cosmo i moduli filamentosi sono presenti ovunque.

3. Una breve storia
In verità la natura distribuisce i suoi doni in modo ineguale fra i suoi figli. Ma, grazie a Dio, molti dì loro sono ben dotati e nutro la ferma convinzione che essi, nel loro complesso, conducano un'esistenza tranquilla e riservata— Albert Einstein.
I componenti del "Quadro Generale" dell'Universo Elettrico sono forniti da alcuni notevoli individui, perlopiù sconosciuti e che hanno condotto o conducono una "esistenza tranquilla e riservata" lontano dagli ambienti accademici; questo aspetto dovrebbe stimolare la curiosità, piuttosto che attenuarla, di coloro dotati di un senso della storia. Nella scienza le rivoluzioni sono state per la maggior parte innescate da individui formatisi al di fuori del sistema accademico e non vincolati dalle credenze e dalle mode dell'epoca; è ormai ben documentato che le moderne istituzioni scientifiche operano in modo tale da indurre il conformismo e da prevenire la ricerca e la pubblicazione di concezioni rivoluzionarie. John Ralston Saul sostiene che durante il 20° secolo si è ristabilita la scolastica medievale: in tal caso, come già accaduto, il nuovo "Illuminismo" dovrà nascere all' esterno degli ambienti accademici. Per quanto mi riguarda, l'illuminismo è iniziato col controverso ed eclettico autore di Worlds in Collision, Immanuel Velikovsky, il quale nel 1950 dimostrò una tecnica comparativa interdisciplinare per rilevare dalle tradizioni tramandate dalle primissime civiltà prove concrete di una catastrofe planetaria. Il suo metodo aveva una connotazione forense, in quanto egli ricercava rapporti su eventi fisici di natura particolarmente insolita che fossero nondimeno avvalorati a livello globale da culture completamente separate fra loro; quindi, applicando il principio scientifico di causa ed effetto, risultava possibile elaborare un modello assai dettagliato della sequenza degli eventi in questione e, infine, tale modello rendeva possibile fare e confermare specifiche previsioni — requisito fondamentale di una valida teoria scientifica. All'epoca alcune delle previsioni di Velikovsky risultarono stravaganti: Venere era quasi incandescente, Giove emetteva rumore radio, le rocce lunari erano magnetizzate e così via. Velikovsky aveva ragione, mentre gli astronomi di quel periodo erano nel torto. Ad ogni modo non troverete alcun libro di testo che gli renda merito, poiché la sua teoria era considerata errata. Presumibilmente erano tutte congetture azzeccate per puro caso! Per Velikovsky divenne chiaro che la concezione newtoniana della gravità non era sufficiente a spiegare il comportamento dei pianeti rilevato, e certamente non riusciva a rispondere all'ovvia domanda: "Come mai ora i cieli appaiono così tranquilli?" Questo consentì all'ambiente accademico di dare una risposta dogmatica all'embrionale passo avanti di Velikovsky, in quanto si disse che la sua teoria non rispettava le leggi di Newton. Ma che ne sapeva Newton dell'elettricità? E se qualcuno ritiene che le leggi di Newton garantiscano un sistema planetario stabile, sarà meglio che ci ripensi! Qualsiasi sistema gravitazionale con più di due corpi orbitanti è instabile. Tuttavia la domanda: "Cosa determina la osservata stabilità del sistema solare?" viene raramente posta, per non parlare di darle una risposta. Velikovsky era convinto che la chiave risiedesse nella sua scoperta secondo cui, in occasione di incontri planetari ravvicinati, le forze elettriche dominano la incredibilmente debole forza di gravità; anche se all'epoca egli non riuscì a spiegare in che modo ciò determinasse l'osservata stabilità del sistema solare, con la sua straordinaria preveggenza aveva indicato la strada verso l'Universo Elettrico.
Da allora gli studiosi scettici additano la prospettiva storica dei cataclismi di Velikovsky in quanto errata; ad ogni modo, la sua premessa fondamentale sugli incontri planetari è stata confermata, accompagnata da una straordinaria ricchezza di dettagli. Vari ricercatori all'avanguardia in questo nuovo campo ora concordano sul fatto che nel corso della preistoria si verificarono incontri planetari tali da incutere timore reverenziale e che sotto il profilo culturale questi fenomeni costituirono per le antichissime civiltà eventi cruciali, fonte di ispirazione per piramidi, megaliti, statute, totem ed arte rupestre sacra. Coloro che sopravvissero allo sconvolgimento globale avvertirono la pressante neccessità di preservare il ricordo e di tramandarlo fedelmente alle generazioni future in attesa del ritorno degli "dèi". La memorizzazione assunse la forma di architettura, rituali e narrazioni che rappresentassero il potere apocalittico che gli dèi planetari avevano sul destino dell'umanità; questo inizio catastrofico spiega come mai la civiltà comparve dal nulla come un fulmine. Sfortunatamente, senza parametri di riferimento nell'attuale comportamento dei pianeti, le storie hanno perso il loro reale significato. Forse questa breve spiegazione apparirà forzata, almeno sino al momento in cui non verranno presentati consistenti riscontri a suo sostegno, tuttavia essa evidenzia la cruciale distinzione fra il catastrofismo planetario dell'Universo Elettrico e quello dei neo-catastrofisti, i quali cercano di spiegare le prove degli incontri planetari in termini di fenomeni cometari. Le moderne comete semplicemente non corrispondono alle descrizioni derivate dal passato. Né possono spiegare gli abbondanti riscontri di formazioni di crateri e solchi di aspetto recente. Inoltre in un Universo Elettrico le comete non rappresentano per la Terra la minaccia apocalittica fantasiosamente raffigurata dagli artisti; tali raffigurazioni sono completamente immaginarie in quanto una cometa, prima di impattare la Terra, verrebbe disgregata elettricamente da un fulmine cosmico. L'unica traccia visibile restante sarebbe un cratere da arco elettrico come il Meteor Crater dell'Arizona. Il modello dell'Universo Elettrico è derivato dall'intendimento che una nuova cosmologia del plasma ed una comprensione dei fenomeni elettrici nello spazio potrebbero coadiuvare l'inedito lavoro in atto nella mitologia comparativa; per converso, le immagini degli eventi osservati nei cieli preistorici e la loro sequenza potrebbero contribuire a svelare la storia recente della Terra, di Marte e di Venere. Recependo dati derivanti da un ventaglio di conoscenze e vicende umane assai più ampio di quello consentito dalla cosmologia convenzionale, il modello dell'Universo Elettrico ha iniziato a produrre risposte pragmatiche e sensate a molti quesiti che sembrano non collegati fra loro: è seguita la richiesta di Hannes Alfvén, fisico del plasma nonché premio Nobel, di lavorare a ritroso nel tempo in base ad osservazioni piuttosto che verso il futuro in base ad un qualche idealizzato inizio teorico. "Dobbiamo reimparare che la scienza avulsa dagli esperimenti è un"impresa suscettibile di smarrirsi del tutto in fantasiose congetture." (H. Alfvén e G. Arrhenius, Evolution of the Solar System, NASA, 1976, p. 257). Il risultato è ora un "Quadro Generale" che mette in evidenza la nostra drammatica preistoria e l'essenziale concatenazione con l'universo; non dobbiamo più guardare noi stessi e l'universo attraverso gli specchi deformanti della scienza moderna. Le implicazioni dell'attività elettrica fra i pianeti turberanno profondamente coloro che hanno costruito la propria cosmologia attorno ad una debole forza di gravità che opera in un universo elettricamente inerte; questa strana svista dogmatica garantisce che in futuro non resterà nulla della fantasiosa teoria del Big Bang o della semplicistica storia della formazione dell'universo.

4. Quale Big Bang?
Il Big Bang è già morto! Halton Arp, il non proclamato "Galileo del 20° secolo", ha dimostrato che l'universo non si sta espandendo. La teoria del Big Bang si basa su una interpretazione errata del redshift. Il redshift (spostamento dello spettro verso lunghezze d'onda maggiori, ndt) di una remota galassia si misura in termini di luce che proviene da essa; le righe dello spettro della galassia in questione indicano uno spostamento verso il rosso, confrontato con le medesime righe del nostro sole. Arp ha scoperto che talvolta oggetti dal redshift basso ed elevato sono collegati da un ponte o getto di materia. Quindi il redshift, che nella maggior parte dei casi è intrinseco all'oggetto, non può essere una misura di distanza. Ma c'è dell'altro. Arp ha scoperto che il redshift intrinseco di un quasar o di una galassia assumeva valori discreti che diminuivano con la distanza da una galassia centrale attiva; nella nuova visione cosmologica di Arp, le galassie attive "danno origine" a quasar e galassie compagne ad elevato redshift. Il redshift diviene misura delle età relative dei quasar e delle galassie vicini, e non della loro distanza; man mano che una galassia o un quasar invecchiano, il redshift declina in fasi o quanti discreti. L'enorme rompicapo dell'astrofisica è il perché una galassia dovrebbe presentare un fenomeno atomico. Allora ci rivolgiamo alla fisica delle particelle. Questa difficoltà evidenzia il fatto che la "meccanica" quantistica applicata agli atomi è una teoria priva di realtà fisica. La bizzarria della teoria quantistica è stata attribuita alla scala subatomica alla quale viene applicata; ma ora che abbiamo effetti quantici in qualcosa delle dimensioni di una galassia, questa conveniente assurdità è smascherata. Se Arp ha ragione, molti esperti faranno ben presto la figura degli sciocchi. La sua scoperta ha suonato il campanello d'allarme in alcuni ambienti accademici, e poiché a nessuno piace un rumore fragoroso — specie se si è addormentati — la reazione istintiva è stata quella di attaccare il personaggio che ha premuto il pulsante del campanello. Ad Arp è stato negato l'utilizzo del telescopio, le sue pubblicazioni sono state respinte e, per poter proseguire il proprio lavoro, è stato costretto a lasciare gli USA.

5. Galassie elettriche
I fisici del plasma dispongono da più di 10 anni di un modello elettrico delle galassie, che funziona con la fisica del mondo reale. Il modello è in grado di spiegare brillantemente le dinamiche e le forme delle galassie senza ricorrere all'invisibile materia oscura e ai buchi neri centrali, e spiega con semplicità i potenti flussi elettrici osservati scaturire lungo l'asse di rotazione dai nuclei delle galassie attive. Recenti risultati derivanti dalla mappatura del campo magnetico di una galassia a spirale confermano il modello elettrico. I cosmologi d'altra parte non sono in grado di spiegare come mai le configurazioni a spirale sono così comuni, mentre per i campi magnetici galattici dispongono unicamente di spiegazioni ad hoc. Più di recente si sono scoperti campi magnetici intergalattici, il che rappresenta la definitiva goccia che fa traboccare il vaso. Nel disperato tentativo di spiegare in che modo la forza di attrazione della gravità possa avere come esito l'emissione di materia in un flusso ristretto a velocità relativistiche, si sono dovuti inventare incredibili modelli gravitazionali che implicano la presenza di invisibili "buchi neri".

6. Stelle elettriche
I fisici del plasma sostengono che le stelle si formano in virtù di un effetto "pizzicotto" elettromagnetico su gas e polvere disseminati su larga scala. Il "pizzicotto" è determinaito dalla forza magnetica presente fra filamenti di energia paralleli che fanno parte delle imponenti correnti elettriche che fluiscono all'interno di una galassia; nel concentrare la materia tale "pizzicotto" è di gran lunga più efficace della gravità e, diversamente da quest'ultima, può eliminare il momento angolare in eccesso che tende ad impedire il collasso. Le stelle si formeranno come gocce su un filo, sino a quando non prevarrà la gravità. Negli anni '70 del secolo scorso il tardo Ralph Juergens, ingegnere di Flagstaff, Arizona, ebbe un'intuizione che lo portò a suggerire che l'alimentazione elettrica non si ferma lì e che le stelle non sono macchine termonucleari! Questo risulta ovvio allorquando si consideri il Sole secondo una prospettiva di scarica elettrica. Le correnti galattiche che creano le stelle continuano a fornire loro energia. Le stelle si comportano come elettrodi in una scarica di luminescenza galattica. Le stelle brillanti come il nostro Sole sono grandi sfere concentrate dì fulmini! La materia interna alle stelle assume carica positiva man mano che gli elettroni si spostano verso la superficie. Le risultanti forze elettrostatiche interne impediscono alle stelle di collassare sotto il profilo gravitazionale e, occasionalmente, fanno sì che esse "diano origine", tramite processo elettrico di fissione, alla formazione di stelle compagne e di pianeti giganti gassosi, evento contrassegnato da un improvviso bagliore o dall'esplosione di una nova. Questo chiarisce il motivo per cui le stelle hanno comunemente delle compagne e perché i pianeti giganti sinora individuati per la maggior parte orbitano nei dintorni della loro stella madre. La teoria dell'evoluzione stellare è un'elaborata invenzione. La comparsa di una stella è determinata in gran parte dal suo ambiente elettrico e può variare all'improvviso; esistono molti esempi di straordinaria variabilità stellare. L'età di una stella è indeterminata. I fisici del plasma e gli ingegneri elettrici sono i più capaci di riconoscere il fenomeno di scarica del plasma che definiamo stelle. La fisica stellare è in mani sbagliate.

7. Pianeti
I pianeti come la Terra e le lune "nascono"" analogamente tramite l'emissione elettrica di parte dei nuclei con carica positiva di stelle nane e giganti gassosi; ciò spiega la dicotomia fra i densi pianeti e lune rocciosi, e i pianeti giganti gassosi. Nel modello dell'Universo Elettrico, la stessa gravità è semplicemente una forza elettrostatica dipolare. Quindi le orbite dei pianeti vengono stabilizzate rispetto al caos gravitazionale dallo scambio di carica elettrica attraverso le loro code di plasma (a giudicare dalla sua magnetocoda "cometaria", Venere lo sta ancora facendo intensamente ed è il pianeta con l'orbita più circolare di tutti) e la conseguente modificazione della gravità di ciascun corpo. I pianeti assumono presto orbite che assicurino la minore interazione elettrica; gli impatti fra corpi estesi vengono evitati, e la cattura resa più probabile, dallo scambio reciproco di carica elettrica. La cattura della noscra Luna diviene l'unica opzione; essa non può essere stata creata dalla Terra. Le prove delle passate instabilità planetarie sono scritte a grandi lettere sulle superfici di tutti i corpi solidi del sistema solare e hanno la forma di crateri da arco elettrico.

8. Craterizzazione elettrica
Le scariche elettriche fra corpi in avvicinamento assumono la forma di "fulmini degli dèi", ovvero plasmoidi dalla netta conformazione elicoidale; molte antiche culture scolpirono questi plasmoidi nel raffigurare Giove che scagliava il suo fulmine. II fulmine di Giove suscita interrogativi sulla storia dell'umanità e della Terra, interrogativi che non sono mai stati posti. Quando si tratta di datare superfici planetarie, va tenuto presente che i plasmoidi provocano la caratteristica butteratura da arco elettrico sotto forma di sinuosi canali e crateri nettamente circolari dalle pareti scoscese e con occasionali picchi centrali. Questi crateri vengono universalmente ed erroneamente considerati crateri da impatto. I sinuosi canali invece vengono erroneamente classificati come letti di fiume e canali di lava. Ore o persino minuti di butteratura elettrica possono produrre una superficie come quella della Luna che poi, secondo un'interpretazione ad hoc, viene considerata vecchia di miliardi di anni. In questo modello ci si aspettano delle differenze emisferiche nella craterizzazione. E per gli scettici, una tenue attività di arco elettrico in un corpo delle dimensioni di un pianeta continua tuttora sulla luna più interna di Giove, Io; per le molte previsioni sulle scoperte, verificate non appena sono state disponibili immagini ravvicinate di Io, vedere il sitò web http://www.holoscience.com.
I geologi planetari non sono addestrati a riconoscere la butteratura da arco elettrico, altrimenti avrebbero colto al primo sguardo la caratteristica erosione catodica della superficie e i getti catodici su Io; non sono certamente i vulcani che conosciamo dai testi di geologia.

9. Clima elettrico
In linea generale ben pochi sono consapevoli del fatto che ignoriamo del tutto il modo in cui il fulmine ha origine all'interno delle nubi. Molto semplicemente, la risposta è che il fulmine non viene generato lì. Le nubi costituiscono soltanto un conveniente percorso per l'elettricità che ha origine nello spazio; in assenza di nubi, è possibile che si manifesti il classico "fulmine a ciel sereno", come accade su Venere (anche se il suo cielo non è certamente quello della Terra). I sistemi atmosferici sono determinati principalmente da influenze elettriche esterne. Di conseguenza, il Sole ha schemi climatici e Nettuno, il pianeta più esterno, per quanto riceva pochissima energia dal Sole, presenta i venti più violenti del sistema solare. Le scariche elettriche provenienti dallo spazio provocano su Marte gli imponenti dust devil (turbini o mulinelli di polvere, ndt) e tempeste di polvere a livello planetario; sono responsabili della Grande Macchia Rossa di Giove e dei "raggi" negli anelli di Saturno; sono il motivo per cui Venere presenta fulmini nelle sue nubi simili a smog e le vette dei suoi monti brillano per i fuochi di sant'Elmo; sono la ragione per cui la Terra presenta fulmini che si disperdono nello spazio in forma di "spruzzi rossi" e "zampilli blu" e per cui i satelliti al guinzaglio "fecero saltare un fusibile". Comunque, nessuno è istruito per considerare l'immissione di energia elettrica nei sistemi climatici. Sul mio sito web c'è l'immagine di una visone d'artista della NASA che raffigura dei fulmini su Venere durante la discesa di una delle sonde Pioneer. Venere ha nubi simili a smog che teoricamente non dovrebbero generare fulmini, tuttavia tale fenomeno interessa il pianeta in modo rilevante; questo depone a sfavore della comune concezione relativa alla causa dei fulmini.

10. La vita stessa
Sembra che quando una stella nana o un pianeta gigante gassoso "danno origine" ad un satellite roccioso, solitamente genitore e figlio restano strettamente legati. Il nostro sistema solare, con le sue orbite ampiamente distanziate e le sue caratteristiche caotiche, sembra essere il risultato di un recente "incidente stradale" cosmico. Questa congettura apparentemente strampalata è supportata dalle storie, diffuse in tutto il mondo, di incontri planetari preistorici; così, usare la nostra situazione come metro di riferimento di un normale sistema planetario determina concezioni decisamente fuorvianti in merito alle origini della vita e alle valutazioni sulla probabilità di vita in altre parti dell'universo. La situazione più favorevole al fiorire della vita in un Universo Elettrico risiede all'interno del bozzolo elettrico di una stella nana marrone. L'energia radiante viene pertanto uniformemente distribuita sull'intera superficie di qualsiasi pianeta orbitante entro la cromosfera di una stella di questo tipo, indipendentemente dalla rotazione assiale, dall'inclinazione o dall'eccentricità dell'orbita. L'atmosfera estremamente rarefatta di queste stelle presenta gli essenziali composti del carbonio e l'acqua utili alla formazione di foschia sulle superfici dei pianeti. La luce rossastra è ideale per la fotosintesi. Un modello di questo genere rappresenta uno dei motivi per cui il progetto di Ricerca di Intelligenze Extra-Terrestri (SETI) ha scarse probabilità di successo. Qualsiasi civiltà avanzata presente su un pianeta di questo tipo sarebbe inconsapevole che al di fuori del proprio ambiente stellare esiste l'universo, mentre le radiocomunicazioni attraverso la scarica di bagliore della stella risulterebbero impossibili! I nostri sistemi educativi non sono adeguati alle estese conoscenze interdisciplinari richieste in un Universo Elettrico.

11. Alcune nozioni di base
Le prime macchine progettate per svolgere un qualunque movimento specifico sono sempre le più complesse, e di solito i successivi ideatori scoprono che con meno ingranaggi, meno principi in movimento di quelli originariamente impiegati, è possibile conseguire più agevolmente i medesimi risultati. I primi sistemi filosofici sono, analogamente, sempre i più complessi. — Adam Smith
Il modello dell'Universo Elettrico compie un progresso semplificativo unificando le forze nucleari, il magnetismo e la gravità come manifestazioni di una forza elettrostatica quasi-istantanea. Invece di essere "spaventati" dal concetto di azione a distanza, come la maggior parte dei fisici di questo secolo, coloro che propongono l'Universo Elettrico lo accettano come un dato osservativo. Chiunque abbia cercato di accostare i due poli uguali di un magnete ha dimostrato un'azione a distanza. Quindi la radiazione "elettromagnetica" è semplicemente il risultato di una forza elettrostatica oscillante. A livello atomico il modello dell'Universo Elettrico prende spunto dall'opera di Ralph Sansbury, un ricercatore indipendente di New York, nella quale anzitutto vi è il semplice riconoscimento della fondamentale natura elettrica della materia e del primato della forza elettrostatica nelle interazioni della materia stessa; inoltre poggia sull'elementare
ipotesi che protone, neutrone ed elettrone siano composti da particelle cariche più piccole che orbitano l'una rispetto all'altra nel senso classico seguendo stabili orbite risonanti; vale a dire che l'energia scambiata fra queste particelle in deformazione elastica durante ciascuna orbita equivale a zero. Essendo cariche, le sub-particelle interagiscono tramite la forza elettrostatica.Un semplice calcolo dimostra che le sub-particelle che formano un elettrone devono viaggiare ad una velocità assai superiore a quella della luce — qualcosa come 2,5 milioni di anni luce ai secondo, come a dire percorrere in un secondo la distanza fra la Terra e la zona più remota della galassia di Andromeda! Quindi, affinché l'elettrone sia stabile, la forza elettrostatica deve agire ad una velocità che, in base alla nostra scala, è pressoché infinita.
Sono le stabili risonanze orbitali di queste subparticelle, sia interne ad esse che fra di esse, a determinare i fenomeni dei protoni, neutroni, elettroni ed atomi. Altri abitanti dello "zoo" delle particelle sono solamente stati risonanti transitori delle stesse subparticelle cariche. La cosiddetta "creazione" della materia da fotoni energetici è un'illusione, in quanto la materia preesistente viene riorganizzata in nuovi stati risonanti che danno l'impressione che una particella si sia improvvisamente materializzata. Anche l'antimateria è un termine improprio, poiché è formata dalle stesse subparticelle della materia "normale", salvo che la carica complessiva è riflessa. La materia non può essere creata né annichilita.

• Una prospettiva convenzionale delle forze in Fisica
1. Le forze nucleari tengono assieme i nucleoni (protoni e neutroni) nel nucleo atomico. Sono le forze dominanti del nucleo, ma a grandi distanze da esso non rivestono alcuna importanza.

2a. Forze elettriche - una carica positiva ed una negativa si attraggono reciprocamente, mentre cariche uguali si respingono. Le forze elettriche tengono uniti gli atomi ("legano" gli elettroni al nucleo) e nel nucleo rivestono una certa importanza. In virtù di un effetto di schermatura, a grandi distanze solitamente le forze elettriche non sono molto importanti. Per esempio, una carica positiva attrae cariche negative nelle propire vicinanze in modo tale da schermare il campo dalla carica positiva.

2b. Le forze magnetiche sono strettamente correlate alle forze elettriche. Dato che non possono essere schermate con facilità, a distanza sono più efficaci di quanto non lo siano le forze elettriche. Un esempio è il campo magnetico terrestre.

3. La gravitazione è assai più debole delle forze elettriche e di conseguenza priva di importanza nell'atomo. Dato che la gravitazione non può essere schermata, a grandi distanze è la forza dominante. Le orbite dei pianeti e i movimenti delle stelle e delle galassie sono governati dalla gravitazione.
— H. Alfvén.

• Teoria dei quanti
Per la prima volta la rinomata teoria dei quanti è oggetto di una spiegazione fisica in termini di moto risonante di particelle cariche, mediato da una forza elettrostatica quasi istantanea. L'orbita quantica di un elettrone è quella in cui lo scambio di energia fra tutte le subparticelle nel nucleo di un atomo e quelle presenti in un elettrone orbitante ammontano a zero sull'orbita. Lo scambio di energia assume la forma di distorsione di una particella sino a formare un dipolo elettrostatico o uno spostamento verso una nuova orbita risonante.

• Teoria della relatività
La Teoria Speciale di Einstein fu elaborata per definire la simultaneità in un universo in cui il segnale o forza più veloce fosse limitata alla misurata velocità di individuazione della luce da una sorgente lontana. Con una forza elettrostatica di velocità quasi infinita che agisce fra le subparticelle di tutta la materia, la teoria della relatività si riduce alla fisica classica. Ciò lascia aperta la questione di cosa misuriamo allorquando determiniamo la velocità della luce. In termini galattici la velocità della luce è estremamente lenta, poiché richiede 150.000 anni per attraversare la nostra galassia. Ad ogni modo, l'astronomo Halton Arp ha dimostrato che i redshift di intere galassie sono quantizzati, il che richiede una qualche forma di comunicazione galattica quasi istantanea a livello subatomico. Attualmente vi sono svariati esperimenti riportati che indicano effetti più veloci della luce. Una volta abbandonata la Teoria Speciale e con l'universo che comunica in tempo reale con le sue parti, non può esistere alcun viaggio nel tempo, e spazio e tempo sono indipendenti. Il senso comune ha sempre suggerito che le cose stanno in questi termini. La Teoria Generale di Einstein fu concepita per spiegare la gravità, e cerca di scartare l'osservata azione a distanza della gravità proponendo una controintuitiva curvatura dello spazio in presenza di corpi dotati di grande massa. Questa superflua complicazione dello spazio si aggiunge quindi alle attuali concezioni metafisiche relative a cosa costituisca la massa di un oggetto Tuttavia lo spazio deve anche "curvarsi" a velocità quasi infinita per produrre le orbite planetarie osservate. Il senso comune, l'osservazione e la scarsità di ipotesi indicano che il modello elettrostatico della gravità è superiore. Esistono ora riscontri sperimentali, desunti da misurazioni della gravità eseguite in corrispondenza di un'eclissi solare totale, che vanno a sostegno del modello dell'Universo Elettrico e a scapito del modello della Relatività Generale.

• E = mc2
La celebre espressione matematica di Einstein E = mc2, che equipara massa ed energia, è nota pressoché a tutti. Ad ogni modo, nel loro complesso i libri di testo continuano ad usare il termine "materia" al posto di "massa". Tuttavia non è stato dimostrato da nessuna parte che massa e materia siano intercambiabili. In realtà ignoriamo del tutto cosa costituisca la massa di un oggetto, quindi non è ammissibile inferire che energia e materia siano intercambiabili. L'espressione definitiva di tale concetto ha determinato l'assurdità del Big Bang. Sembra più sensato e più semplice suggerire che l'energia chimica e quella nucleare siano rilasciate o assorbite dal riordinamento delle orbite risonanti di particelle cariche, ed è la logica a suggerire che la massa è la risposta misurata di un sistema di particelle cariche rispetto ad una forza elettrostatica esterna. Più massiccio è un corpo, più la forza elettrostatica contribuisce alla deformazione elastica dei suoi protoni, neutroni ed elettroni piuttosto che alla loro accelerazione; questo è il fenomeno osservato negli acceleratori di particelle e convenzionalmente attribuito ad effetti relativistici. Ma in un universo in cui la forza elettrostatica ha una velocità quasi infinita la relatività si riduce alla fisica classica. Il primo quesito da porre è: "Se è così semplice, perché non ci si è pensato molto tempo fa?" La risposta sembra risiedere nella propensione della teoria matematica a soppiantare il buon senso e l'osservazione; quando i matematici tentano di conferire un reale significato ai loro simboli, si presenta anche un problema di linguaggio.